Come iniziò tutto? Già, come?

Gli animali mi hanno sempre interessata relativamente, nel senso che erano sì belli e affascinanti, ma non avevo mai avuto occasione di rapportarmi a loro in modo più approfondito (beh, se facciamo eccezione quando cacciavo farfalle, lucertole e paguri o osservavo le formiche e i granchi da bambina), quindi per me gli animali sono sempre stati oggetto di studio sui libri, un oggetto interessante, ma nulla più.

Tutto cambiò mille anni fa, quando per la prima volta mi misi con un ragazzo che aveva un cane. E dopo di lui, con un altro ragazzo che aveva un cane. E sebbene nel primo caso la storia non fosse durata granché, perlomeno ebbe il merito di farmi osservare più da vicino il cane… così approdai alla seconda storia con maggiore consapevolezza e maggiore curiosità verso questo animale fino ad allora sconosciuto, il cane. Da lì compresi quanto interessanti e affascinanti possano essere gli animali, oltre come oggetto di studio anche come compagni di vita… tanto che nel 2008 presi la decisione importante di prendere un cane io stessa e fu così che un botolo arruffato di nome Pero irruppe nella mia vita, stravolgendola fin dalle fondamenta!

Grazie a lui infatti capii moltissime cose: i modi di comunicare di animali che siano altro rispetto agli esseri umani; il fatto che ogni animale è di per sé un individuo, con il suo carattere, le sue peculiarità e le sue caratteristiche; la bellezza delle piccole cose… e altre mille fatti che il mio cane e, poi, i miei cani, continuano ad insegnarmi.

Grazie a Pero conobbi una persona che gestisce un negozio di articoli per animali e fu proprio questa persona che un bel giorno, in mezzo ad altre chiacchiere, mi disse “Vale, visto che ti piacciono tanto gli animali perché non vai a visitare il Rifugio del Cavallo?”. Così un pomeriggio del dicembre 2008 decisi di visitare questo Rifugio del Cavallo…

Incontrai una dei volontari, Claudia, che illustrò brevemente la storia del Rifugio e di alcuni dei cavalli prima di lasciarmi libera di girare. Fu quella la prima volta in tutta la mia vita che ebbi modo di avvicinarmi ai cavalli così tanto, di poterli toccare, di osservarli attentamente… ricordo ancora che mi colpirono moltissimo Daffy e Camillo, il primo così enorme e così dolce, il secondo coccolone e giocherellone! Fu una pomeriggio stupendo, senza uguali nella mia vita fino a quel momento. La storia di tutti quei cavalli mi colpì dritta al cuore: tutti conoscono infatti l’esistenza dei canili, ma chi sa che anche i cavalli vengono maltrattati gravemente e non c’è nessuno che si occupi di loro?

Non passò molto tempo che dissi a mia madre (all’epoca ancora vivevo con i miei genitori): “Mamma, voglio diventare volontaria del Rifugio del Cavallo!”. Mia mamma ovviamente storse il naso perché all’epoca ero già volontaria di canile, ma di fonte alla mia assoluta convinzione non poté che rassegnarsi.

Così tra gennaio e febbraio 2009 iniziai il mio cammino di volontariato allo Zedan Ranch… fu qualcosa di straordinario: io provenivo dal canile ed ero (sono) compagna umana di cani, non mi ero mai rapportata ai cavalli così da vicino e non sapevo praticamente nulla di loro, se non che avevano quattro zampe, una coda, delle orecchie mobili e che erano così grandi…! Evelyne e gli altri volontari del Rifugio però si misero ad insegnarmi le cose, pian piano, con pazienza infinita, correggendo i miei sbagli e spiegandomi le cose, rispondendo alle mie domande, anche a quelle più stupide… affidandomi compiti semplici come spazzolare i cavalli, permettendomi così di stare vicino a questi animali così dolci e di osservarli, imparando soprattutto da loro…

Grazie alla pazienza di cavalli come Quinta (la mia prima, vera maestra equina) o come Cinnamon, piccola pony malandata e dolcissima, la cui morte ho pianto davvero tanto, o come Daffy, il gigante gentile, iniziai a capire un po’ di più questi animali così belli e dolci, ma così sfruttati dagli esseri umani… e fu qui, grazie allo Zedan Ranch, che avvenne il grande cambiamento del mio stile di vita: come tutti, sarei inorridita alla sola idea di mangiare carne di cane o gatto, ma non mi facevo problemi a consumare carne di altri animali. Ebbene, vedendo i cavalli e il loro modo di comportarsi, i legami che creano tra di loro, il fatto che ciascuno di loro abbia carattere e personalità ben precise mi fece porre la domanda fondamentale: che differenza c’è tra il mio cane, tra tutti i cani, e questi cavalli? O tra il mio cane, questi cavalli e qualunque mucca, maiale, gallina o animale del pianeta? L’ovvia risposta fu: non ci sono differenze! Le differenze sono solo in noi che li guardiamo… da queste premesse, così semplici e quasi ovvie, eppure così sottovalutate, scaturì l’altro grande cambiamento della mia vita: grazie ai cavalli del Rifugio, presi la ferrea decisione di non nutrirmi più della carne di alcun animale e divenni vegetariana.

Da quei lontani anni il mio volontariato tra i cavalli continua tuttora… in tutto questo tempo ho visto cavalli arrivare, ciascuno con brutte storie alle spalle ma con la possibilità finalmente di riscattarsi da tutto quel dolore e vivere felici una meritata pensione; e ho anche visto cavalli andarsene, purtroppo, e ognuno di loro che se ne va è sempre un colpo al cuore, perché non è “semplicemente” un animale che muore ma un amico che ci lascia.

Nel mio piccolo cerco di fare il meglio e di dare il massimo per Evelyne e per gli ospiti del Rifugio, anche se ogni tanto penso di non riuscire a fare abbastanza per loro, perché quello che mi hanno dato in tutti questi anni non è spiegabile con delle semplici parole…

Valentina Argirov